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Centro Astalli – Magis. Dialogo, strada per la pace

Dialogo nella quotidianità, strada per la pace” è il titolo dell’incontro sul dialogo islamo-cristiano organizzato dal MAGIS (Movimento e Azione dei Gesuiti Italiani per lo Sviluppo) e dal Centro Astalli, lo scorso 30 marzo a Roma, cui hanno preso parte oltre 100 persone.

Un viaggio culturale fra due religioni, un percorso di lettura fra un versetto e una sura, riflessioni teologiche si sono unite ad esperienze di dialogo “sul campo” con testimoni diretti che si mettono ogni giorno in ascolto, in dialogo, alla scoperta dell’altro, della sua dignità di uomo, sia in Italia che nel mondo musulmano. Dialogo, percorso impegnativo perché processo lungo e complesso che può anche spaventare perché il dialogo profondo e vero trasforma i soggetti che interagiscono.

Molti gli interventi e gli spunti di riflessione offerti dai relatori: Padre Giovanni La Manna (presidente Centro Astalli) ha sottolineato come papa Francesco invita a vivere quotidianamente l’incontro con l’altro, il diverso. Interessante l’analisi del colloquio fra Abramo e Lot, all’inizio del cap. 13 della Genesi, sull’utilizzo della stessa Terra che sembra non bastare a due greggi proposta da Padre Renato Colizzi (MAGIS).

M. Cenap Aydin, docente presso l’Istituto Tevere di Roma, ha aperto una finestra sul Bosforo e sul mondo musulmano; Marco Falcolini (associazione Calciosociale) ha raccontato una bellissima esperienza di dialogo interreligioso: un campo di calcio a Corviale che diventa luogo di incontro e di scambio tra giovani musulmani e cristiani.

Intenso ed emozionante il racconto di Paola Francesca delle Piccole Sorelle di Gesu’ che ha lasciato la Siria da qualche mese dopo 36 anni vissuti, ci ha parlato delle tante occasioni di incontro che ha potuto sperimentare durante il suo servizio presso un pronto soccorso siriano, ponti di dialogo che hanno permesso di superare muri relazionali e culturaligrazie ad un sorriso, una carezza, una stretta di mano.

Occorre “percorrere la prassi del dialogo nei vari aspetti della vita quotidiana”, ha detto monsignor Matteo Zuppi, vescovo per roma centro e direttore del Centro Missionario Diocesano di Roma, “colmando l’ignoranza e superando i pregiudizi” che allontanano gli uni dagli altri.

Le nostre società pluraliste non assicurano automaticamente il dialogo, ricorda Ambrogio Bongiovanni, docente all’Università Urbaniana, che ha ricondotto l’assemblea ai principi fondanti del dialogo interreligioso; il dialogo, un viaggio che richiede coraggio, discrezione e apertura alla fede vissuta in un Dio che fa dell’incontro la cifra ultima della propria identità. Allora l’ascolto, la conoscenza e il dialogo non possono essere demandati ai soli capi religiosi, alle sole istituzioni ma ognuno di noi deve prendere in carico questo impegno, ogni giorno perché soltanto così “lo spazio del dialogo esistenziale diventa uno spazio di rivelazione, uno spazio profetico di produzione geniale e gratuita di senso” (Padre Paolo Dall’Oglio SJ).

Momento prezioso è stata la lettura della lettera che Padre Paolo Dall’Oglio (nelle mani dei rapitori dal 29 luglio 2013) ha scritto nel 1984 ai familiari in occasione del suo diaconato, secondo il rito della Chiesa siriaca, presso la chiesa del Gesù: “In questi anni, attraverso il discernimento con i superiori, si è definita la mia missione nella Compagnia di Gesù in tre parole: essere prete, nella Chiesa, in dialogo cioè in apertura a Dio e al mondo”.

L’incontro, moderato da Riccardo Cristiano, giornalista di Radio Rai 1, ha visto poi le testimonianze di Fatima Bembali, musulmana, che ha espresso gratitudine all’Italia per l’accoglienza ricevuta e per la capacità di riconoscere l’importanza della differenti fedi religiose; Gian Maria Piccinelli professore della II Università di Napoli che ogni giorno raccoglie la sfida d’insegnare agli studenti un Islam diverso da quello veicolato dai media; e Padre Federico Pelicon della comunità di Trieste che ha ribadito l’impegno dei gesuiti di porsi in un ottica di dialogo, un dialogo che deve crescere, maturare, purificarsi.

L’incontro ha voluto con forza e decisione affermare l’importanza del dialogo che si gioca nelle piccole e grandi esigenze di ogni giorno, in quel tessuto sociale che fa della prossimità il luogo di ogni possibile sguardo sull’altro, perché soltanto così è possibile costruire la pace.

 

 

 

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