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Campagna Astalli per rifugiati. La vera sicurezza è l’ospitalità

Viviamo in una società sempre più impaurita. Un clima di crescente insicurezza alimenta la paura del futuro, la paura del diverso, la paura dello straniero. In molti territori italiani persino l’accoglienza di numeri molto ridotti di rifugiati suscita allarme e proteste. È un clima culturale che colpisce chi cerca protezione, ma danneggia tutti i cittadini, perché si finisce per limitare la libertà di tutti in nome di una sicurezza solo illusoria e ci si preclude lo scambio e l’incontro con il diverso da cui ogni civiltà ha sempre tratto nutrimento e linfa vitale.

«Non abbiate paura!» dichiarò Giovanni Paolo II nel 1978, invitando ad aprire «i confini degli Stati, i sistemi economici e quelli politici, gli immensi campi della cultura, della civiltà e dello sviluppo». Oggi Papa Francesco ribadisce che «il mondo può migliorare soltanto se si è capaci di passare da una cultura dello scarto ad una cultura dell’incontro e dell’accoglienza». Se vuole tenere fede ai suoi valori fondanti, l’Europa oggi è chiamata ad aprire le sue porte a chi cerca asilo, considerando la concretezza delle situazioni e in particolare la difficoltà di chi si trova in zone di conflitto e non ha accesso effettivo alla protezione internazionale. Uno stato che difende i propri confini mettendo a rischio la vita di altri esseri umani non può offrire autentica sicurezza nemmeno ai suoi cittadini.

Ma anche nell’esperienza quotidiana tutti possiamo contribuire a un cambio di prospettiva, iniziando ad aprire le porte delle nostre case. Scopriremo che i rifugiati non sono un peso per le comunità in cui arrivano, ma persone che hanno molto da dare, a noi e alla nostra società. L’ospitalità non è solo un valore cristiano – comune alle grandi religioni del mondo – ma prima di tutto un valore umano, che riconosce che tutti abbiamo il diritto di essere accolti, non perché facciamo parte di una specifica famiglia, gruppo etnico o comunità religiosa, ma semplicemente perché siamo esseri umani che meritano accoglienza e rispetto.

È su tali contenuti che si basa la campagna di sensibilizzazione “Chi chiede asilo lo chiede a te. La vera sicurezza è l’ospitalità”, presentata dal Centro Astalli in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato lo scorso 20 giugno.
Abbiamo chiesto ad esponenti della cultura italiana di regalarci un “sottotitolo” per lo slogan “Chi chiede asilo lo chiede a te”. Un modo semplice di diffondere anche attraverso nomi noti al grande pubblico, un messaggio positivo di accoglienza dei rifugiati

Da Erri De Luca a Melania Mazzucco, da Pupi Avati a Gad Lerner, da Lella Costa a Enzo Bianchi, da Antonella Ruggiero a Giovanni Maria Flick sono molti coloro che hanno aderito con entusiasmo. Le loro frasi vengono pubblicate, una al giorno, sui social network del Centro Astalli, in particolare Facebook e Twitter (#chichiedeasilo) e su centroastalli.it.
Inoltre Chi chiede asilo è anche il titolo di un video in cui si racconta attraverso immagini e parole quale e quanta ricchezza potrebbero rappresentare i rifugiati per le nostre società.

La campagna oltre a richiamare società e istituzioni alle proprie responsabilità sul tema dell’accoglienza invita anche ciascuno di noi ad un impegno personale. Propone infatti di provare ad accogliere un rifugiato in casa propria anche solo per condividere una cena: un gesto semplice ma allo stesso tempo rivoluzionario. “Sarebbe bello se la tua casa si aprisse per accogliere un ospite speciale, un rifugiato, un eroe moderno che viene da lontano. Potresti incontrare il volto vero di un’umanità in cammino. Sarebbe un’occasione importante e la bellezza dell’incontro resterebbe per molto tempo. Chi ha già provato, lo rifarebbe mille volte”.

Speriamo che in questo modo la bellezza della parole contribuisca a migliorare la vita di ciascuno: sia che si tratti di quella dei rifugiati sia che si tratti della nostra.

Amiamo l’ Odissea e Robinson Crusoe,
i viaggi di Sindbad e di Conrad,
le imprese dei corsari e dei rivoluzionari.
Cosa ci fa difetto per non stare
a fianco degli acrobati di oggi,
saltatori di muri e di fili spinati,
atleti sulle piste smisurate
dei deserti: la tonnellata umana
intasata a sardine nei battelli?
Cosa trattiene dall’applauso in cuore
per Enea con il padre sulle spalle
via dalle città di Troia svuotate
da fame e da fiamme?
Benedetto il viaggio che vi porta,
il Mare Rosso che vi dà il passaggio,
l’onore che ci fate bussando alla finestra.

Erri De Luca

Pensa se io fossi tu.
Se non avessi più la casa, il lavoro, la famiglia, gli amici, il paese in cui sei nato, la lingua, le cose che sai fare.
Pensa se non avessi più niente.
Pensa se avessi solo la vita.
Se tu capissi che potrebbe essere abbastanza per ricominciare.
Non avresti paura – perché nulla ti verrà tolto, e ti sarà reso ciò che avrai dato.
Un giorno tutti e due avremmo più di quanto – mancandoci – potremmo perdere.

Melania Mazzucco

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